Ruinart è sinonimo di garanzia, esclusività e qualità parlando di bollicine.
É appunto la maison più antica fondata in Champagne.
Nasce il 1 settembre del 1729 ad opera di Nicolas Ruinart, nipote di Dom Thierry Ruinart, monaco benedettino visionario che nel 1690 viene a conoscenza di un nuovo vino, non ancora chiamato Champagne, molto in voga nella vita mondana parigina. Sarà appunto lo zio, al quale verrà intitolata la Cuvée de Prestige della maison, ad aprire a Nicolas la strada giusta da percorrere per produrre il suo vino
Il 1768 è una data da ricordare per l’ azienda. Ruinart acquista les “Crayères”, antichissime cave di gesso risalenti all’ epoca romana, convertite in cantine sotterranee, atte alla lenta conservazione degli champagne Ruinart, utilizzate ancora tutt’oggi.
Le “Crayères” sono patrimonio storico dell’ UNESCO dal 2015.
La famiglia Ruinart diventa nobile nel 1817 continuando a mantenere costanza nel livello qualitativo dei suoi vini.
Nel 1963 la maison viene acquistata da Moët & Chandon, che si occuperà da lì in poi della parte commerciale, senza però interferire sulle scelte della gestione interna.
Dal 2012 è la filiale italiana di Moët-Hennessy che distribuisce i prodotti Ruinart in esclusiva in Italia, come in quasi in tutto il resto del mondo.
La maison elabora champagne eleganti, freschi e con una struttura molto raffinata, incentrando sullo Chardonnay la sua produzione, vitigno a bacca bianca presente in prevalenza anche nella Cuvée de Prestige rosata.
Parliamo di Dom Ruinart Rosè, prima annata prodotta nel 1959 per il bianco e 1966 per il rosè, selezione delle migliori uve provenienti da Grand Cru.
L’ 80% è composto appunto da Chardonnay, provenienti dalla Côte des Blancs e dalla Montaigne de Reims, in particolare da:
- Avize (Côte des Blancs)
- Cramant (Côte des Blancs)
- Le Mesnil-sur-Oger (Côte des Blancs)
- Sillery (Montaigne de Reims)
- Puisieulx (Montaigne de Reims)
Il restante 20% è composto da Pinot Nero vinificato in rosso, proveniente dai Grand Cru della Montaigne de Reims di:
- Verzenay
- Sillery
La vendemmia viene svolta manualmente, per poi svolgere la fermentazione delle uve in tini di acciaio inox a temperatura controllata. Segue la fermentazione malolattica.
Il dosage per l’ annata 1996 si attesta attorno ai 5 g/l.
Annata la 1996 da considerarsi tra le migliori di sempre (per molti la migliore di sempre) insieme alla 1988 e la 2008, che ha dato vini con un perfetto equilibrio tra maturità del frutto e acidità.
Annata nella quale la vite è stata messa a dura prova. Dopo un inverno freddissimo (minime di -15°C), la primavera è iniziata con l’ assenza di precipitazioni, ritardando di molto il germogliamento. Ha seguito un periodo di freddo, con delle gelate nel mese di maggio e di nuovo un’ inizio di estate calda e asciutta. L’ equilibrio si è ristabilito ad agosto, con qualche pioggia e temperature ottimali. La vendemmia è iniziata a metà di settembre in condizioni soleggiate e ventilate.
Un grandissimo champagne che si traduce in un vino rosa salmone, con riflessi oro-rosa di una grande brillantezza.
Un naso di grande finezza, con sensazioni che richiamano la pesca bianca e agrumi maturi, ma non ancora in sovramaturazione. Emergono le tipiche note gessose della Champagne e di fiori secchi. Evoluzioni che rimandano allo iodio e ad accenni di tostatura.
Il sorso è una delle massime espressioni di eleganza. Cremoso e snello, acidità perfettamente integrata, invitante e rinfrescante.
Struttura delicata, grande sapidità che contribuisce ad una lunga persistenza che richiama il frutto.
Note ossidative minimamente percettibile e per nulla sgraziate, vanno a completare.
Uno champagne di grande stoffa in perfetto stile Ruinart.
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